Brani
Incipit
Il giorno di Natale rappresenta un’occasione speciale per la maggior parte delle persone, tuttavia per chi è solo, o almeno crede di esserlo, diventa un momento in cui i propri malesseri si fanno più acuti e vengono percepiti con un peso maggiore. Riccardo Martini era un pensionato, vedovo da una decina di anni, con un solo nipote appena entrato nell'adolescenza, che vedeva regolarmente, ma con sempre meno frequenza, esattamente come sua figlia, Cristina. [continua]
Riccardo e la tecnologia
La prima cosa che chiunque avrebbe fatto sarebbe stata quella di digitare il numero sulla tastiera del telefono e così fece il nostro protagonista, peccato che dopo le prime due cifre il segnale divenne quel “tu tu tu...” insistente, simile all'occupato, ma più antipatico, che in genere si sente quando qualcuno, come si suol dire, “stacca la chiamata” effettuata verso un cellulare. [continua]
Riccardo e il suo nuovo amico
Quello che vide non era molto usuale. A parte l’aspetto del cane e il suo eventuale pedigree, che meriterebbero un discorso a parte, l’animale si presentava in modo strano. Aveva collare e guinzaglio, ma quest’ultimo era reciso come se la bestia fosse entrata nel palazzo e qualcuno avesse chiuso il portone dall'esterno tagliando il guinzaglio e abbandonandolo nel condominio. Questo almeno fu il primo pensiero di Riccardo. [continua]
La telefonata
«Buongiorno, clinica L’arca di Noè, sono Serena, in cosa posso esserle utile?»
«Ehm, buongiorno sono... non importa. Senta, ho trovato un cane, che posso fare?»
«Come ha trovato un cane? In che senso? Dove?» [continua]