Ambientazione e personaggi

Giovanni Calitri

Il maresciallo Calitri è il protagonista principale di questo libro, almeno nella squadra di coloro che indagano. E' un uomo del sud, trapiantato nel bel mezzo delle Alpi Graie, dove si è ben presto adattato sposando Luisa, da generazioni abitante di Pindemonte.

E' un uomo "normale", non ha particolari caratteristiche, se non quella di avere una sorta di sesto sento per le menzogne. Non si stratta di nulla di eccezionale, tuttavia, ma di semplice spirito di osservazione. Giovanni è attento a cogliere tutti quei segnali non verbali che accompagnano le deposizioni dei suoi interlocutori e, spesso, proprio da quegli indicatori, riesce a cogliere la sincerità o meno di chi gli sta di fronte.

Il maresciallo Calitri è un personaggio ricorrente nei miei scritti. E' comparso fuggevolmente nelle ultime pagine de La stella a sei punte ed è il protagonista, insieme alla Squadra T, di Una vita di troppo, romanzo giallo in uscita a febbraio 2021 e del mio racconto lungo Misterioso omicidio di un terrapiattista. Quindi, è molto probabile che lo troverete tra le mie pagine anche in futuro.

Anni Ottanta

Non sono un particolare amante di quel periodo in cui di fatto ho vissuto gran parte della mia infanzia e della mia adolescenza. Ne ho diversi ricordi, come tutti, ovviamente, ma non sono uno di quelli che elenca su Facebook tutte le bellezze di quand'era bambino e che magari, allora, gli facevano schifo, ma oggi, solo perché lo riportano indietro con gli anni, gli piacciono tanto.

In realtà, quando ho iniziato a scrivere questo libro, volevo "proteggere" i miei protagonisti investigativi dalla tecnologia che oggi ci circonda e, in qualche modo, ci assale, costringendo noi scrittori di gialli a non poter prescindere, nelle indagini condotte dai nostri personaggi, da tracciamenti di cellulari, analisi di tabulati e di video delle telecamere, per cui ho ambientato la storia nei primissimi anni '80, che significa: zero telecamere e zero cellulari!

Di fatto, la narrazione si svolge tra il 1981 e il 1982 e devo dire che questa collocazione temporale rappresenta una vera e propria ricchezza per il libro, specialmente per i continui riferimenti al campionato mondiale di calcio dell'82 e ai numerosi oggetti che ci circondavano allora.

La Fiat Ritmo della Benemerita sulla copertina ne è un esempio lampante.

Pindemonte

Questo paese non è esiste. E' un nome di fantasia e inizialmente tutta l'ambientazione geografica avrebbe dovuto essere di fantasia, un po' come la Vigata di Camilleri e, andando più indietro, le ambientazioni di pirandelliana memoria.

Tuttavia, andando avanti con la scrittura, mi sono reso conto di avere necessità di localizzare in qualche modo in luoghi reali i misfatti compiuti dai miei personaggi e quindi ho inserito Pindemonte nelle splendide Valli di Lanzo, che tutti i torinesi conoscono.

Il ponte del diavolo, Lanzo (TO)

Il nome Pindemonte è rimasto perché mi piaceva. Ha una bella assonanza con Piemonte (ai pie' dei monti) e mi è venuto in mente a causa di Ippolito Pindemonte, poeta contemporaneo di Foscolo che aveva scritto lui stesso un poemetto sui cimiteri, mai pubblicato alla notizia che Foscolo avrebbe dato alle stampe Dei sepolcri. Insomma, è un termine che ha anche una forte assonanza letteraria con il tema dei cimiteri, per cui mi ispirava, visto che la storia che stavo raccontando avrebbe avuto a che fare, e non poco, con una sepoltura.